COS’È IL TRUST AUTODICHIARATO

COS’È IL TRUST AUTODICHIARATO

L’angolo del Trust, a cura del Prof. Mauro Norton Rosati di Monteprandone

Il trust autodichiarato è la modalità più semplice di istituire un trust. In esso, infatti, i beni non sono trasferiti ad una terza persona. Ad esempio ad una fiduciaria con relativi costi. Ma il proprietario disponente si limita ad imporre ai beni un vincolo di destinazione, continuando pertanto a gestirli in prima persona, secondo le regole stabilite nell’atto istitutivo del Trust.

Ad esempio, un padre è proprietario di una casa famigliare. Egli può decidere di inserire la casa in un trust. E nominarsi gestore a vantaggio dei propri figli. In tal modo i creditori pertanto non potranno aggredire la casa. Perché destinata ad uno specifico scopo cui deve essere preservata.

Vantaggi e limiti

Il principale vantaggio è quello che il proprietario potrà gestire i propri beni, approfittando anche della protezione patrimoniale assicurata dal Trust. E bene precisare che i beni dovranno essere gestiti conformemente a quanto previsto nell’atto istitutivo. Inoltre, il proprietario gestore dovrà compilare il libro degli eventi. Infine, per evitare contestazioni circa l’assenza di valido scopo, sarà opportuno nominare un guardiano di fiducia con poteri di controllo sul rispetto della gestione.

Ma cosa dice la Giurisprudenza sul Trust autodichiarato? E’ bene dirlo subito che è legittimo e in molti casi, anche fiscalmente neutro.

La sentenza Cass. 21614/2016 ha analizzato proprio la fattispecie del trust autodichiarato. La sentenza ne sancisce definitivamente la legittimità. E fissa nuovi principi che rivedono i precedenti orientamenti giurisprudenziali. Ma anche quelli dell’amministrazione fiscale definitivamente conclusa con la CM n.34/2022!

La Sentenza citata afferma infatti che al trust autodichiarato, dalla stessa riconosciuto, non si applicano le imposte proporzionali. Ma quelle previste in misura fissa.

Con Ordinanza n. 8147/2022, la Cassazione si è espressa nuovamente in materia di tassazione. Ribadendo i principi di cui sopra.

Quindi è bene ribadirlo, dotare un trust di beni immobili, case, terreni comporta anche uno sconto sulle relative tasse.

Un bel risparmio!!!

In un trust autodichiarato, il disponente potrà:

 – prevedere come debbano essere gestiti i propri beni dopo la propria morte (ad esempio, disciplinare la gestione di immobili e quote societarie).

 – stabilire i soggetti che gli subentreranno nel ruolo di gestore, nonché le modalità di nomina, individuare il guardiano, o, in caso di sua assenza, le modalità di nomina di costui.

Esempi di Trust Autodichiarato

  1. Il Trust successorio
  2. Il Trust familiare autodichiarato
  3. Il Trust a protezione di soggetti disabili
  4. Il Trust liquidatorio autodichiarato
  5. Il Trust di scopo
1. Il Trust successorio

Il trust successorio è volto a regolare il passaggio generazionale del patrimonio. E per l’imprenditore, si tratta non solo al patrimonio personale, ma anche delle proprie attività imprenditoriali.  Quale alternativa più semplice e flessibile al testamento, consente di pianificare meglio il passaggio generazionale della ricchezza e della gestione dei beni. Riesce meglio a tutelare particolari esigenze, quali la redditività di impresa. O la protezione di determinati soggetti deboli. In particolare, mantenendo poteri di gestione dei beni. E progressivamente affidando la gestione secondo i propri progetti.

2. Il Trust Familiare Autodichiarato

Ci possono essere motivi familiari diversi da quelli successori per un trust autodichiarato a beneficio dei figli o dei nipoti. Ad esempio, un padre può giungere alla determinazione di non trasferire immediatamente ai figli i beni. Si pensi al caso in cui il genitore non si fidi del compagno della figlia. Oppure egli non voglia beneficiare un figlio affetto da ludopatia o da prodigalità. Ma voglia creare intorno a lui una rete di protezione e assistenza.

3. Il trust a protezione di soggetti disabili

Il trust autodichiarato appare adatto anche a difesa di soggetti disabili gravi. Per i trust a favore di questi ultimi soggetti, la legge sul “Dopo di Noi” ha previsto agevolazioni fiscali.

Il genitore del disabile può così di fatto continuare a gestire i beni nel modo che egli ritiene migliore nell’interesse del figlio. Ma con la possibilità di proiettare tale gestione anche nel futuro. Ed al tempo stesso proteggere tali beni da futuri creditori.

4. Il Trust Liquidatorio Autodichiarato

Un trust può avere anche la funzione di liquidare un immobile. E con il ricavato di pagare i debiti del disponente e di attribuire a quest’ultimo l’eventuale residuo. Costituisce un’ottima soluzione sia per il debitore che per i creditori. In tal modo, infatti, è possibile vendere il bene al prezzo di mercato. E non, invece, al prezzo quasi sempre inferiore al quale esso verrebbe venduto all’asta.

5. Trust di Scopo

Una persona può anche costituire un trust autodichiarato per motivi benefici. Ad esempio per mettere a disposizione della collettività una vasta collezione di oggetti. Oppure per opere di bene, in alternativa ad una fondazione peraltro molto onerosa e eccessivamente burocratizzata nella gestione.

Mauro Norton Rosati – Linktree