A molti piace il gioco d’azzardo. Ognuno è libero di utilizzare il proprio tempo ed il proprio denaro come meglio crede. C’è chi va al casinò, apprezzando la varietà dei giochi; c’è chi invece trova eccitante il poker. Altri amano scommettere sui cavalli e chi invece si “accontenta” di giocare al lotto ed alle sue infinite varianti. Mi riesce però difficile capire perchè i cittadini che già offrono un’importante quota dei propri guadagni in tasse siano così propensi a pagare, anche più volte in una settimana !, un’altra gabèlla allo Stato di appartenenza. Giocare pochi euro, per divertimento, in fondo, che male fa ? Non tutti però si fermano all’euro. Nessuno parla di quanti si sono rovinati per il “gioco”. Non è accettabile che fra chi tace ci sia lo Stato.
Il Texas Hold’em, o semplicemente Hold’em (letteralmente “tienile” riferito alle carte), in italiano anche Poker Texano, è la specialità del gioco del poker a carte comunitarie più giocata nei casinò degli Stati Uniti. Recentemente è diventato molto popolare anche in Italia, dove ha rapidamente oscurato la popolarità delle specialità di poker in precedenza più diffuse, ovvero quello tradizionale e la telesina. Tale popolarità è dovuta anche alle trasmissioni televisive dedicate al Texas Hold’em: dal 2006 SKY SPORT e MEDIASET mandano in onda trasmissioni dedicate a tornei internazionali e italiani e dal febbraio 2010 Pokeritalia24 trasmette poker 24 ore su 24.
Come se non bastassero le “finte Associazioni” (ap-profit) che spaziano dalla “ristorazione” al “tempo libero”, dagli “scambi culturali” ai “wine bar” , dall’organizzazione di viaggi “per i soli soci”, per finire ai club a “luci rosse”, ora stanno nascendo, e pare si moltiplichino giorno dopo giorno, le Associazioni Sportive Dilettantistiche che hanno come attività principale le “tematiche” dei giochi da tavolo. Ovviamente, per pudore, ti dicono che si gioca, volendo, anche a dama e a scacchi, ma il vero business è…….il gioco d’azzardo. Ci si incontra fra “Associati” e si fanno le ore piccole svolgendo questa alta e meritoria attività istituzionale. Chiaramente, come di consueto, allorchè scoppierà il “bubbone” con le prime (e auspicabili !) verifiche fiscali (magari perchè qualche genitore ci troverà nei tavoli il figlio minorenne !) già immagino la stampa e i media scatenarsi sul mondo del no profit, coinvolgendo nel “fango mediatico” gli operatori seri ed onesti che a fronte di immensi sacrifici e, spesso e volentieri, per mero spirito volontaristico, operano nello sport e nell’associazionismo dilettantistico. Penso per un attimo alle “palestre”, a quelle vere, dove la gente va perchè ha voglia di socializzare, sì, ma soprattutto, di trascorrere qualche momento di serenità e di relax. Le verifiche fiscali negli anni trascorsi hanno soprattutto riguardato questo settore, quello del fitness, dove sicuramente si sono annidati operatori poco onesti, ma dove, è indubbio, la maggior parte ha contribuito alla promozione dello sport e del benessere fisico, con ritorni benefici per la finanza pubblica e dove, sia pure in assenza di regole e norme precise, molti giovani hanno trovato, ancorchè precari, un’occupazione che li tiene lontano dalla strada e dal disagio sociale, vero nemico dei nostri difficili tempi “moderni”.