Negli ultimi mesi si parla molto delle verifiche che Sport e Salute e gli Organismi sportivi stanno effettuando sugli statuti delle ASD e SSD. La notizia ha generato un po’ di preoccupazione, ma vale la pena guardare la questione con lucidità: si tratta davvero di un rischio o piuttosto di un’occasione per mettere ordine?
Perché lo statuto è così importante?
Lo statuto non è solo un documento formale: è la “carta d’identità” dell’associazione.
Al suo interno troviamo i principi che guidano l’attività, i diritti e i doveri dei soci, le regole di funzionamento degli organi direttivi e le modalità di gestione economica.
Se il testo non è aggiornato, si rischiano conseguenze concrete: esclusione da bandi, difficoltà ad ottenere contributi o riconoscimenti, contestazioni interne che possono bloccare l’attività sportiva.
Dove nascono i problemi?
Molti statuti risalgono a diversi anni fa e non tengono conto delle normative più recenti, dal Codice del Terzo Settore alle disposizioni delle singole Federazioni.
Gli aspetti più delicati riguardano di solito:
Davvero c’è da preoccuparsi?
Parlare di “allarme” è forse eccessivo. Le verifiche non nascono per punire, ma per garantire uniformità e trasparenza. Chi ha già uno statuto ben redatto probabilmente non dovrà fare grandi cambiamenti. Chi invece ha un documento datato o scritto in modo generico farebbe bene ad approfittarne per un aggiornamento.
Come muoversi nella pratica?
Una lettura positiva
In definitiva, questi controlli possono essere visti come uno stimolo: adeguare lo statuto significa rendere più solida e credibile la propria realtà sportiva, aumentare le possibilità di accesso ai finanziamenti pubblici e privati e prevenire conflitti interni.
Insomma, non una minaccia, ma un passo in avanti verso una gestione più moderna e sicura.