CENSIMENTO DELLE ISTITUZIONI NON PROFIT

Un flop annunciato

Un flop annunciato
Leggi il Punto di vista di Leonardo Ambrosi

 

Come noto, Il 20 dicembre u.s., è scaduto inderogabilmente il termine fissato dall'ISTAT per la riconsegna dei questionari relativi al 9° censimento Industria e Servizi, partito il 10 settembre. Il dato complessivo sulle restituzioni si attesta al 77%; la rilevazione campionaria delle imprese registra il 79,9% delle compilazioni rispetto al totale, quella sulle istituzioni non profit si ferma al 75%.

Nel dettaglio, nella rilevazione del non profit, il primo posto spetta alla provincia autonoma di Bolzano (90,7%), seguita da Trento (85,7%), mentre nelle ultime posizioni si collocano la Campania (55,8%), il Lazio (62,7%) e l'Abruzzo (66,6%).

Se si pensa che gli Enti non Profit chiamati a rispondere dovevano essere quasi mezzo milione (ma temiamo che il dato fosse solamente teorico) si dovrebbe dedurre che più di centomila enti non hanno ottemperato all'obbligo di Legge e, considerato che la misura minima della sanzione per il mancato invio  è fissata in euro 516,00, dai prossimi giorni si dovrebbe abbattere sulle Associazioni una bufera di verbali di contestazioni pari a 65 milioni di euro ! Del resto, con il Comunicato Stampa del 20 dicembre, a giochi finiti quindi, l'ISTAT avverte che "da domani (21 dicembre, n.d.r.) saranno avviate le procedure di accertamento della violazione dell'obbligo di risposta ai fini dell'irrogazione delle sanzioni di legge".

Nella realtà dei fatti, l'esibizione di muscoli da parte dell'ISTAT nasconde un fatto incontrovertibile: il censimento delle Istituzioni non profit è stato un flop.

Già nel mio ultimo  "Punto di vista" del  24 novembre rilevavo alcuni punti di criticità che incontravano i Compilatori e per i quali non veniva data risposta dagli Uffici territoriali del Censimento, nella maggioranza dei casi impreparati ad affrontare l'impegno.

Molte sono le Associazioni che hanno ricevuto due questionari ed alle quali veniva risposto di compilarli entrambi (?); molte altre quelle che non hanno ricevuto invece nulla ma che non erano state sufficientemente informate del fatto che comunque occorreva attivarsi in proprio per adempiere all'obbligo censuario.

Da non dimenticare, inoltre, la gravissima lacuna consistente nella mancata previsione nel questionario della figura dello "Sportivo Dilettante" ; se pensiamo che al Registro CONI delle Associazioni e Società Sportive sono iscritti più di 100.000 Enti, la maggioranza dei quali si avvale durante l'anno sportivo, mediamente, dai 6 agli 8 "Sportivi Dilettanti", possiamo ipotizzare che non meno di 6/700.000 operatori , a diverso titolo, del settore sportivo dilettantistico, rimarranno "ignoti" al censimento: non è cosa da poco in quanto questi "fantasmi" rappresentano la vera forza lavoro "retribuita" del comparto che annovera soprattutto giovani dai 20 ai 30 anni !

Parimenti, senza giustificazione resta l'originaria esclusione, per la quale successivamente, in qualche modo, si è corsi ai ripari, delle SRL Sportive costituite ex art. 90 della legge 289/2002, le quali, considerate in prima battuta società "commerciali" e perciò tenute all'invio del questionario se e in quanto selezionate, sono state  in un secondo tempo frettolosamente "riammesse" e di conseguenza obbligate a farlo, tenuto conto dei successivi interventi chiarificatori da parte dell'ISTAT sul proprio sito; interventi, giunti però tardi, e che i Funzionari degli Uffici del Censimento territoriali hanno in molti casi ignorato.

Dato inoltre che alle SRL Sportive non è stato inviato il questionario, alla luce di quanto sopra detto, saremo curiosi di sapere quante Società Sportive Dilettantistiche hanno, entro i termini, risposto al Censimento; se, come immaginiamo, il loro numero sarà esiguo, avremo, dopo gli Sportivi Dilettanti, tolto di mezzo un altro attore principale dell'indagine censuaria.

Da parte nostra avevamo da tempo preso atto dell'approssimazione con la quale veniva  gestita l'operazione e ne avevamo messo in risalto, nelle nostre Circolari, incongruenze e contraddizioni, rilevate anche dagli incaricati dalle Associazioni alla compilazione.

Questa situazione ci fece prendere carta e penna e scrivere, in data 10 dicembre, al Presidente dell'ISTAT, Enrico Giovannini, facendogli presente i punti di criticità riscontrati e suggerendo di rinviare i termini per la consegna del questionario, almeno da parte delle SRL Sportive.

Ebbene, come riportato nelle NEWS del sito, proroga ci è stata, di ben 40 giorni , ma a beneficiarne non sono stati gli Enti non Profit, ma le Istituzioni Pubbliche, anch'esse chiamate all'obbligo censuario; tra le istituzioni Pubbliche, fra le altre, ci sono le Camere di Commercio; insomma, proprio quelle che nell'ultimo mese hanno vessato le Associazioni con continue telefonate e lettere di sollecito e che con le loro risposte spesso difformi hanno contribuito non poco a questo flop annunciato.

Concludendo, al mezzo milione di Associazioni, nessuna proroga; alle tredicimila Istituzioni Pubbliche 40 giorni di tempo in più, ossia fino al 31 gennaio, per inviare il questionario: un bel segnale di come il Pubblico tenga in considerazione il mondo del Volontariato.

 

                                                                                                                                     Leonardo Ambrosi