IL MERCATO DELLE TESSERE
Puntualmente, a settembre, con la riapertura delle attività sportive dilettantistiche, riparte il “mercato delle tessere”; come noto, i sodalizi sportivi, qualunque sia la veste giuridica adottata, se intendono fruire delle agevolazioni fiscali e previdenziali riservate al settore, hanno l’obbligo di iscriversi al Registro Coni delle Associazioni e Società Sportive dilettantistiche per il tramite di una Federazione Sportiva Nazionale (FSN), ovvero di un Ente di Promozione Sportiva (EPS), ovvero ancora di una Disciplina Sportiva Associata (DSA).
Il riconoscimento ai fini sportivi da parte del CONI , passa quindi attraverso l’affiliazione e/o la riaffiliazione ad uno dei soggetti suindicati e si perfeziona attraverso il pagamento, solitamente, di una quota annuale “fissa” e di una quota variabile in funzione del numero delle tessere acquistate; l’affiliazione, infine, con l’acquisto delle tessere, garantisce la copertura assicurativa obbligatoria richiesta dal CONI (per i più anziani dei miei Lettori, ex sportass).
In questo periodo dell’anno (a cavallo fra settembre ed ottobre) si scatena la “caccia” al tesseramento da parte dei funzionari locali dei Comitati, spesso spinti a “fare numeri” dalle Segreterie Nazionali, in quanto, si sa, maggiore è la rappresentatività dell’Ente e maggiore sarà il riparto delle risorse messe a disposizione dal CONI.
Sono soprattutto gli Enti di Promozione i più agguerriti in quanto i propri Comitati ricavano dagli introiti del tesseramento gran parte delle risorse necessarie al sostentamento della struttura territoriale; così si assiste progressivamente, di anno in anno, ad un autentico mercato delle tessere che si risolve, spesso e volentieri, in uno scarno dialogo fra il Funzionario dell’Ente ed il Legale rappresentante dell’Associazione , là dove il primo domanda al secondo “quanto paghi le tessere ?” e, qualsivoglia sia la risposta, è pronta la controfferta al ribasso.
Il risultato finale è che, in pochi anni, molti Enti si ritrovano, invertite le Associazioni affiliate, più poveri; di qui appelli dei Presidenti nazionali a “diffidare di chi svende le tessere” a “porre attenzione ai maneggioni”, e via discorrendo.
Vorrei, in questa sede, soprassedere al discorso sulle “coperture assicurative”, in quanto, troppe volte ho assistito a richieste di risarcimenti finiti nel nulla o rimbalzati sui “muri di gomma” delle compagnie assicurative, o peggio, lasciati cadere nell’oblio dopo una chirurgica opera di sfinimento dell’assicurato richiedente il risarcimento; invero il problema è però un altro: questa politica “al ribasso” è destinata a finire e, prima o poi, le tessere verranno regalate o, nella migliore delle ipotesi, cedute ad un prezzo simbolico di qualche decina di centesimi.
Si assisterà insomma, nel giro di pochi anni, al fenomeno accaduto, per fare un esempio, con i telefonini: al loro apparire costavano un occhio della testa; ora le Compagnie telefoniche te li offrono sul conto a pochi euro purché tu sottoscriva un piano tariffario e ti leghi a loro per un periodo più o meno lungo.
Si porrà pertanto il problema di “fidelizzare” il sodalizio non “vendendo” la sola tessera ma legandola a tutta una serie di servizi; certo, molti Enti, sia pure in ritardo, si stanno muovendo in questo senso, organizzando Corsi di formazione a vario livello, Convegni, meetings, offrendo insomma un “valore aggiunto” alla mera compravendita delle tessere associative.
A parere di chi scrive diventerà pertanto essenziale offrire, unitamente all’affiliazione, tutta una serie di servizi di cui le Associazioni sentono la necessità e ne avranno sempre più bisogno; ne provo ad elencare qualcuno:
- SERVIZIO LEGALE: negli ultimi tempi il contenzioso tributario è cresciuto a dismisura causando, in molti casi, la chiusura dell’Associazione verificata; chiunque abbia avuto esperienza diretta ne può essere buon testimone; la difesa, in questi casi, vuoi sia affidata ad un Consulente Fiscale, vuoi ad un Legale, ha un costo non sempre prevedibile, considerato che il contenzioso può durare anni; né pare sufficiente limitarsi a consigliare il nominativo di qualche Professionista collegato all’Ente, in quanto non viene evitato il problema della spesa che sarà in ogni caso ingente; l’Ente pertanto, in questi casi, dovrà offrire assistenza diretta, con propri Professionisti “collegati” senza gravare sui bilanci delle Associazioni affiliate; ogni Comitato dovrà convenzionarsi, con la formula dell’ “abbonamento”, con uno o più Studi del proprio territorio e coprire le spese legali che l’Associazione dovrà sostenere; ciò, inoltre, avrà l’indubbio vantaggio di “costringere” le Associazioni affiliate, se vorranno essere “coperte” dalla polizza per il patrocinio gratuito, a mantenere uno status decoroso della propria amministrazione, cosa che, è noto, in molti casi è fortemente carente.
- SERVIZIO FISCALE: vale quanto detto per il “servizio legale”; costituirebbe visione lungimirante fare qualche corso di operatore shiatsu in meno (non me ne vogliano i cultori della disciplina !), sostituendoli con corsi ad hoc per i Dirigenti ed i Responsabili amministrativi dei sodalizi sportivi; oramai è chiaro a tutti: le associazioni, di qualunque dimensione, vanno gestite né più né meno come delle normali “imprese” a nulla rilevando il fatto che possano avere o meno agevolazioni dal punto di vista della tenuta dei registri e dei libri contabili; abbiamo assistito a verifiche fiscali nelle quali l’Ente no profit viene trattato dai Funzionari incaricati come un’impresa, richiedendosi esibizione della prima nota, degli estratti conti bancari, delle entrate, delle uscite, e via di questo passo; occorre pertanto proporre nuovi modelli gestionali amministrativi virtuosi e di qualità; le Federazioni e gli Enti di Promozione Sportiva, in un futuro non lontano, dovranno attrezzarsi per offrire agli Affiliati supporti gestionali – amministrativi (leggi programmi di contabilità), piattaforme gestionali interfacciabili Ente/Associazione, e di condivisione degli archivi
- SERVIZIO MEDICO SPORTIVO: la certificazione medica, obbligatoria, pesa indirettamente sui bilanci delle Associazioni: molti frequentatori i centri sportivi non vogliono sostenere la spesa per la visita medica e molti gestori, dopo averlo sollecitato un paio di volte, “fingono di scordarsi” per timore che l’Associato non rinnovi l’abbonamento; immaginabili quindi le conseguenze in caso di infortunio ! Molte Associazioni/Società Sportive poi, si sono convenzionate con uno o più Medici che effettuano la visita presso il proprio ambulatorio o presso la sede sociale dell’Associazione spalmandone il relativo costo sul prezzo dell’abbonamento finale, ottenendo di fatto un minor ricavo; è indispensabile pertanto, d’accordo con le Associazioni dei Medici, stipulare una convenzione su vasta scala nazionale affinché questo servizio, almeno per gli Sportivi Dilettanti che non svolgono attività ad alto impatto agonistico, venga svolto gratuitamente ovvero ad un prezzo simbolico; allo stato attuale vige la massima confusione: alcuni Medici rilasciano il certificato gratuitamente ma la maggioranza lo fa pagare da 25 a 50 euro; questa “giungla” penalizza lo sport dilettantistico nel suo insieme impedendo, ai meno abbienti, di praticare attività ginnico sportiva, favorendo, indirettamente, il costo globale sostenuto dal Paese per le cure sanitarie.
Offrendo questi servizi, ed altri, si potrà giustificare il costo della tessera e l’Associazione affiliata potrà volentieri pagare il giusto prezzo in quanto si sentirà tutelata e la “concorrenza” fra FSN, EPS e DSA, si baserà sulla quantità e qualità dei servizi offerti e non unicamente, come ora avviene, su chi fa pagare di meno le tessere.
Verona, settembre 2014
Leonardo Ambrosi