"Lo Stato ci massacra - il nostro Calcio chiude"
ovvero..il risveglio degli struzzi
Nel mio “punto di vista” del 25 aprile 2013, intitolato “Al Governo che verrà”, e nel quale mi soffermavo (tanto per cambiare !) sulle verifiche fiscali alle Associazioni, congedavo l’articolo scrivendo:
“Occorre, finalmente, rifondare profondamente la normativa fiscale del settore, dotandola di certezze; un ruolo importante dovranno svolgerlo le Federazioni e gli Enti di Promozione Sportiva, e per essi il supremo Organo di Governo dello Sport in Italia, ovvero il CONI, affinché il suo ruolo di “unico certificatore dell’effettiva attività sportiva svolta” non venga delegittimato e non si assista, come nella politica, ad una irreparabile frattura fra potere e paese reale, con conseguente “fuga” delle Associazioni dagli Organizzazioni dello Sport, che per ora, poco e male le rappresentano e, soprattutto, tutelano”
Sulla Gazzetta dello Sport del 6 novembre u.s., pagina 20, leggo lo sfogo del Presidente del Comitato FIGC di Piemonte e Valle d’Aosta, Ermelindo Bacchetta che dichiara, nel titolo dell’articolo, a caratteri cubitali, “Lo Stato ci massacra – Il nostro Calcio chiude”; e poi: “lo Stato, attraverso l’Agenzia delle Entrate e la SIAE, ha avviato una raffica di accertamenti relativi alla legge 398/91 che disciplina il regime fiscale per ASD e SSD (per opzione, n.d.r.); di fronte a violazioni formali e marginali, sanzionate con multe salatissime, il sistema rischia di crollare. Ho una responsabilità davanti alle Società, non si può stare fermi: così si uccide il calcio dilettantistico; sono partiti accertamenti per convocazioni di assemblee senza raccomandata, di distinguo fra sponsorizzazioni e pubblicità, di praticanti che non sono soci del club come vorrebbe un articolo del Regio Decreto nel Codice Civile, e altre varie formalità”. Inoltre, “Contesto la decisione POLITICA del Governo di fare cassa col calcio dilettantistico (e non solo !, n.d.r.); vien da pensare che dando 20.000 euro di multa a società si possano sistemare i conti dello Stato”; “E’ in atto un accerchiamento, senza rendersi conto che queste società fanno tutte attività sociale, culturale e di crescita dei giovani”; e conclude: “Se le Società decidono di fare sciopero, noi siamo pronti ad appoggiare”.
Che dire, Signor Bacchetta ? Benvenuto nel mondo degli inca…ti !!!
Allorché l'allora Ministro Tremonti varò la norma di cui al comma 8 dell’art. 90 della Legge n. 289 del 2002 aveva evidentemente l'intento di definire in modo risolutivo il riconoscimento di una spesa in capo all'erogante quale costo di esercizio. Tale scelta era probabilmente legata a considerare i "fatti" concreti del mondo sportivo dilettantistico che, notoriamente, si basano sulla disponibilità e gratuità delle prestazioni di dirigenti, allenatori, accompagnatori ecc. Questo settore "non profit", per poter sopravvivere, è disposto a soluzioni che non sono, allo stato attuale delle norme, diciamo la verità, corrette fiscalmente e neppure facilmente interpretabili, nemmeno dagli Addetti ai lavori. Per farla breve, affinché una ASD o una SSD possa continuare ad operare è “costretta” a ricercare aziende a cui fatturare con un rapporto di 1 a 3, 1 a 4, 1 a 5 ecc., ora prassi divenuta mooooolto più difficile causa la reintroduzione degli elenchi Clienti/Fornitori, e, soprattutto, all’obbligo di tracciabilità dei pagamenti. Ciò significa generare una serie di problematiche non indifferenti. Fermo restando che i comportamenti "illeciti" sono socialmente condannabili ed in alcun modo condivisibili, se però valutiamo la questione in un più ampio scenario, (14.000 Associazioni/Società Sportive, 1,5 milioni di tesserati, 7-8.000 volontari), allora si pongono alcune domande:
1) lo Stato ritiene che il movimento sportivo dilettantistico sia socialmente rilevante ?
2) lo Stato ritiene che un giovane occupato ad esercitare una attività sportiva sia meritevole di attenzione e di aiuto?
3) lo Stato, considerato che, per il mondo sportivo dilettantistico nulla fa in termini finanziari, potrebbe almeno indirettamente aiutare tale importante settore sociale ?
4) lo Stato ritiene che il risparmio di spese sanitarie sia importante ? Allora non crei i presupposti affinché i giovani possano essere distratti o nulla facenti per dedicarsi ad alcool, fumo, droghe ecc.
Se lo Stato ritiene che tutto ciò sia importante allora, caro Bacchetta, non faccia lo "struzzo" ma legga la realtà e cerchi con i Presidenti delle altre Federazioni una soluzione POLITICA confacente. Lo Sport Dilettantistico gliene sarà grato.
Leonardo Ambrosi
Verona, 9 novembre 2014