CORSI DI FORMAZIONE COLLETTIVI: ANCORA UTILI ?

Posso lanciare questa provocazione per due precisi motivi; il primo: il nostro Studio ha organizzato e organizza Corsi di Formazione da almeno 5 anni (mi limito a considerare quelli pubblicati sul sito alla voce "Corsi e Formazione" in home page); il secondo: per TUTTI i Corsi di Formazione ai quali ho partecipato quale Relatore, a volte solo, ma più spesso con il Collega Giuliano Zocca, non ho percepito e non ho preteso un euro, e cioè, per farla breve, la nostra presenza è stata sempre a carattere volontaristico e gratuito; un modo come un altro, se volete, per dare una mano alle Pubbliche Amministrazioni (leggi Comuni), al Terzo Settore in generale, e all'Associazionismo in particolare.
Quanto sopra ha comportato, nel tempo, l'indubbio, impagabile vantaggio, di poter sempre esprimere ciò che penso.
Sgomberato il campo da ipotesi di interessi confliggenti, spiego perché reputo in qualche misura sorpassati i corsi di formazione collettivi.
Traggo lo spunto da una delle numerose offerte presenti nella rete nel mese scorso; il corso prevedeva:
al mattino: La Documentazione di una Associazione: cosa bisogna essere sicuri di avere, come si aggiorna, come si sistema il passato.
nel pomeriggio: I controlli fiscali: come funzionano, quali diritti, quali doveri. Prevenzione e Autocontrollo: come ridurre i rischi di una Ispezione Fiscale
costi: 307 euro iva inclusa entro il 15 maggio / dal 16 maggio in poi: 614 euro iva inclusa
Ognuno, evidentemente, può proporre temi del corso e costi di frequentazione come meglio crede; siamo o no in libero mercato !? Tuttavia non è difficile cogliere l’astrattezza degli argomenti proposti a fronte della “concretezza” della cifra richiesta ai Partecipanti; ove vi fossero state 10 persone, ma temiamo che l’adesione sia stata ben più alta, l’ “anonimo” o gli “anonimi” relatori si sarebbero, o meglio, si sono fatti pagare in media, a spanne, euro 380,00/758,00 all’ora.
Diciamo che con una cifra simile mi deve essere garantita, in caso di verifica, le lodi e i complimenti dell’Agenzia delle Entrate…….ma sappiamo che non è e non sarà così; purtroppo, i dati ufficiali, resi noti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e relativi all'anno 2013, ci dicono che su 4.777 verifiche fiscali, in ben 4.737 hanno visto la soccombenza, a diverso titolo, delle Associazioni verificate.
Purtroppo però in rete proliferano “guru” della formazione che pretendono, come visto, a caro prezzo !, di insegnarti a compilare il libro soci, a convocare correttamente le assemblee, a suggerirti quale sistema contabile adottare, fornendoti pure programmi di contabilità ed amministrazione spesso generici e carenti delle più basilari nozioni.
Detti corsi “collettivi” hanno, a parere di chi scrive, molti limiti; ne elenco i principali e ne spiego il perché:
1. Compresenza di Partecipanti con diverso livello di preparazione e in rappresentanza di discipline disomogenee: purtroppo nei corsi capita di incontrare il circolo ippico o tennistico che hanno problematiche particolari, diverse dalla scuola di danza o di arti marziali; spesso e volentieri chi gestisce un “circolo” strutturato ha una preparazione di gran lunga maggiore rispetto al Maestro di Judo, pensionato, che entra in crisi se un genitore gli chiede la certificazione da detrarre dalle tasse di cui all’articolo 1, comma 319, legge 296/2006.
2. Impossibilità per mancanza di tempo di approfondire gli argomenti che vengono così sviluppati in modo generico e superficiale: per accontentare tutti , ci si sofferma su tutto, senza i necessari approfondimenti; capita spesso che ci si confonda ancora fra rimborsi a piè di lista e rimborsi forfettari di spesa, con maldestra imputazione degli uni o degli altri all’art. 67 del TUIR.
3. Impossibilità di “toccare” argomenti personali e delicati per timore di presenze sgradite o per semplice pudore: è il caso di quei Corsi o Convegni dove sono presenti, in quanto invitati per dare lustro all’evento, Funzionari dell’Agenzia delle Entrate (ma non è certo colpa loro !), dove Relatori e Partecipanti si guardano bene dal proporre domande “sgradite” o presentare casi personali imbarazzanti.
4. Spazio questions time composto da domande pervenute obbligatoriamente in anticipo e pertanto impossibilità di interagire con i Relatori: molto spesso la preparazione dei Relatori è approssimativa e, temendo domande alle quali non si saprebbe rispondere, si ricorre all’espediente di far pervenire i quesiti via email prima del corso/convegno; il risultato è che nel giorno dell'incontro non si risponde a tutti ovvero si sceglie di rispondere alle domande meno complicate, o di interesse generale.
Vanno pertanto, a parere di chi scrive, privilegiati, i Corsi “tailor made”, personalizzati, con consulenza diretta e non di massa, tenuti da Professionisti capaci, e che comportano minor perdita di tempo e di spesa
Insomma, se ho mal di cuore, pago e vado dal Cardiologo……non spendo soldi e tempo per andare ad una Conferenza sul “funzionamento armonioso del sistema cardiovascolare” !!!
Ecco perché, nei miei ultimi Convegni , (Faenza, 18 maggio, Castelnuovo del Garda 26 maggio) e in quello che farò (Monfalcone 13 giugno) non ho parlato né parlerò su come compilare il libro delle assemblee, o se si può sanare o meno il mancato invio del modello EAS; lo faccio, per rispetto delle Associazioni, in quanto considero SCONTATO che i Legali Rappresentanti o i loro incaricati sappiano già queste cose; le Associazioni oramai devono comportarsi né più né meno come fossero vere e proprie Imprese: chi si ostina a non capire questo concetto è destinato, prima o poi, a chiudere la propria carriera volontaristica, ed è superfluo stare lì ad insegnare a tenere la prima nota per risparmiare i 100 euro del Commercialista ! Chi, imperterrito, vuole e si ostina a far da sè, sa bene i rischi che corre, e non saranno di certo i "Corsi" frequentati e gli attestati di partecipazione a salvaguardarlo,
Cosa direste se Confindustria organizzasse corsi per la “corretta tenuta delle scritture contabili” ? Vi verrebbe da ridere, considerando del tutto scontato che un Imprenditore possegga nel suo DNA o comunque abbia nel tempo sviluppato e consolidato queste prerogative; similmente dobbiamo comportarci come “Imprenditori” del Terzo Settore o, se preferite, del settore “no profit”: solo così l’Associazionismo potrà crescere ed incrementare le proprie infinite potenzialità.
Verona, 2 giugno 2015
Leonardo Ambrosi