LA FORZA DELL’ASSOCIAZIONISMO IN TEMPO DI CRISI
Se non vogliamo credere ai proclami propagandistici che inneggiano alla “ripresa”, ho la sensazione che stiamo ancora vivendo una “crisi di sistema”: il modello dominante, fondato sul produrre e consumare, finalizzato alla crescita infinita, non regge; la ricchezza, sempre più appannaggio di pochi, genera povertà e disuguaglianza; la crisi economica e di civiltà produce paura, precarietà e spaesamento; addirittura la gente “si arma” perché non si sente sicura neppure fra le mura domestiche !
La situazione è aggravata da una crisi delle forme di rappresentanza tradizionale, dalla disconnessione fra Società e Politica; di qui la necessità di ripensare il rapporto fra economia e società così come fra economia e ambiente, di rielaborare le funzioni del Pubblico, di porre economia e finanza al servizio della Società e non delle lobby di mercato
Di qui, anche, il bisogno di ribadire e rilanciare il valore dell’Associazionismo, tanto più prezioso in tempo di crisi.
Le basi sulle quali si fonda l’Associazionismo sono democrazia, partecipazione, autoorganizzazione; non sono finalizzate al profitto, ma al benessere e all’interesse pubblico; per questo credo che la sua tutela, la sua difesa, il suo sviluppo rappresentino il solo antidoto alla desertificazione sociale, culturale e democratica.
I Dirigenti nazionali degli Enti, genericamente intesi, cui le Associazioni aderiscono, devono capire che è giunto il momento di occuparsi di non solo “fitness”, ma anche di ECONOMIA e LAVORO: dobbiamo tutti essere consapevoli del fatto che fare ASSOCIAZIONISMO è anche un modo per cambiare lo stato delle cose, per offrire alle prossime generazioni un modo nuovo di fare CULTURA.
L’economia sociale del territorio, ha posto in primo piano, in contrapposizione agli scandali legati al default del sistema bancario, le migliori pratiche di mutualismo, credito cooperativo, cooperazione di lavoro e di consumo; valorizza la potenzialità di forme economiche alternative, della finanza etica, del commercio equo e solidale, tutte forme che hanno saputo dimostrare come motivazioni etico-sociali possano tradursi in fattori produttivi, creando occupazione, senza sacrificare valori sociali.
Le nostre Associazioni, i nostri Circoli, rappresentano importanti esperienze di vita economica, e restituiscono al Territorio valori aggiunti sotto forma di spazi, aggregazione, servizi; alcuni sono ormai veri incubatori di lavoro per i giovani (si pensi alle Associazioni Sportive Dilettantistiche), di competenze, di formazione, spendibili sul mercato del lavoro anche profit.
Il mondo del no profit deve essere costantemente pronto ad innovarsi, incentivando e favorendo le tante forme di volontariato presenti nella società civile.
Siamo tutti consapevoli di quanto siamo al centro di “particolari attenzioni” da parte degli Enti Accertatori; abbiamo subito, negli ultimi anni, leggi, regolamenti, atti, incombenze fiscali, che hanno reso sempre più difficile la sopravvivenza delle nostre Associazioni; l’incremento degli obblighi legislativi e burocratici, può generare frustrazione e spossamento nei nostri Dirigenti; questo, tuttavia, non possiamo e non dobbiamo permettercelo !
Ecco perché i Dirigenti, dal più alto in grado, sino al Presidente della piccola Associazione di provincia, vanno difesi, formati, messi nelle condizioni di svolgere pienamente il proprio ruolo, difendendo tutti, Professionisti compresi, la libertà di Associazionismo.
Verona, dicembre 2015
Leonardo Ambrosi