ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO: EMANATO IL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE DELLA VIGILANZA 2018

... e allo sport dilettantistico cosa accade?
L'Ispettorato Nazionale del Lavoro ha emanato il documento di programmazione della vigilanza per il 2018, contenente le linee guida per le attività ispettive e gli obiettivi tesi a contrastare i fenomeni del lavoro irregolare e l'evasione contributiva, che "inquinano diversi ambiti del mercato del lavoro italiano compromettendone la stabilità e il regolare sviluppo".
Nel documento si evidenzia la necessità di controllare il lavoro "nero" onde contrastare l'evasione contributiva e fiscale, lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina, le frodi previdenziali e assicurative, orientando prevalentemente i controlli verso i settori ritenuti a maggior rischio, caratterizzati da un più intenso utilizzo di manodopera in occasione delle punte stagionali di attività, con particolare danno per i lavoratori minori o soggetti alla prima esperienza lavorativa, meno consapevoli dei loro diritti.
Fra gli interventi prioritari:
La lotta al caporalato, spesso connessa all'occupazione irregolare di clandestini.
La vigilanza sui tirocini formativi, spesso oggetto di abuso delle prestazioni lavorative chieste ai tirocinanti, fra le quali le prestazioni di segreteria estranee alle finalità formative.
Le verifiche al mondo delle cooperative e della logistica, contaminato da fenomeni di realtà spurie se non false che nascondono in realtà organizzazioni tese allo sfruttamento dei lavoratori; in particolare verranno controllati i rapporti di lavoro coi soci assieme all'osservanza degli obblighi retributivi e contributivi, spesso violati soprattutto in presenza di fenomeni interpositori illeciti.
Verifiche sul corretto utilizzo del nuovo lavoro occasionale, nei due distinti strumenti di accesso e cioè il libretto di famiglia e il contratto di prestazione occasionale, in entrambi i casi strumenti per consentire la fruizione di prestazioni lavorative sporadiche e saltuarie spesso oggetto di abusi per effetto di condotte elusive consistenti nel superamento dei limiti economici di legge o nella dissimulazione di rapporti irregolari o al nero.
Controlli sulla corretta qualificazione dei rapporti di lavoro, con particolare riguardo alle false partite Iva e alle collaborazioni coordinate e continuative, largamente utilizzate soprattutto in riferimento all'impiego di soggetti giovani o più vulnerabili, formalmente occupati in qualità di lavoratori autonomi, al fine di dissimulare la sussistenza di rapporti di subordinazione.
Verifiche riguardanti eventi occasionali, quali quelli culturali e di carattere fieristico ed espositivo.
Se leggendo i passaggi della circolare, in particolare quelli che il Vostro autore ha evidenziato in grassetto, vengono a mente riferimenti, esperienze o riflessioni riguardanti il mondo dello sport dilettantistico, non è sbagliato.
Ormai da lustri, anche le verifiche ispettive nello sport avvengono con modalità comuni al mondo imprenditoriale, con in più la necessità di affondare i controlli in un mondo di prestazioni regolate da norme agevolative (i rimborsi e compensi sportivi per le prestazioni rese a favore di associazioni e società sportive dilettantistiche) in cui purtroppo taluni si rifugiano per giustificare prestazioni che con lo sport non hanno niente a che fare.
Un piccolo club con posizioni irregolari subisce contestazioni e sanzioni salatissime e spesso non è in grado di farvi fronte: a parte le levate di scudi per evidenziare come lo sport sia vessato anche da queste imposizioni sovradimensionate rispetto ai fatti commessi, forse è davvero il momento di iniziare a pensare a noi stessi non più come a singole eccezioni, ma quali operatori economici facenti parte di un sistema dove il lavoratore va rispettato e tutelato e dove esistono gli strumenti per retribuire anche il lavoratore sporadico.
Quindi, perché continuare a organizzare eventi o sagre dei circoli culturali presidiate da "volontari" (magari al bancone della somministrazione o a vendere le salsicce alla brace) che poi vengono "pagati"? Perché inquadrare con la lettera di prestazioni sportive l'addetto a stirare le magliette degli atleti? Perché adottare il rimborso chilometrico quando si è splafonato il compenso sportivo?
Se questa mia moralità fa storcere il naso, forse allora non si è mai subìto un controllo ispettivo sulle posizioni dei lavoratori; in ogni caso valga quanto ancora riporta il documento dell'ispettorato nazionale del lavoro, in merito stavolta proprio allo sport: "è altresì previsto l'incrocio di dati con il CONI per la verifica della copertura assicurativa degli sportivi professionisti dipendenti e delle altre figure professionali..."
Il fatto che l'incrocio dei dati con il CONI è per adesso previsto solo in merito al lavoro sportivo professionistico non deve tranquillizzare: l'incrocio telematico dei dati è ormai un fenomeno quotidiano con cui le Amministrazioni eseguono migliaia di controlli riuscendo a individuare molto spesso le sacche di irregolarità o di evasione.
Il nuovo registro CONI 2.0 potrebbe essere (sarà) uno strumento cui attingere informazioni volte a controllare a distanza i club; le collaborazioni coordinate e continuative al posto dei vecchi contrattini sportivi, da cui le comunicazioni al centro per l'impiego e i flussi mensili all'Inps, saranno altro valido strumento di controllo.
Che non significa necessariamente accertamento, mettiamocelo in testa: occorre essere trasparenti e consentire l'esercizio del controllo, poi ovviamente se siamo in regola non dobbiamo temere niente, forse sopportare qualche costo amministrativo in più, ma niente altro.
Mi tornano nuovamente a mente il meccanico delle biciclette o lo speaker previsti da una federazione sportiva quali soggetti le cui mansioni possono essere remunerate con il rimborso sportivo in esonero Inps e in franchigia Irpef; per non parlare di talune realtà "sportive" che mettono sullo stesso piano contrattuale l'atleta, l'allenatore, l'addetto alle pulizie, il barista del punto di ristoro...
Alcuni mesi fa, un'associazione culturale-turistica toscana subì una verifica della Guardia di Finanza e le vennero contestati due aspetti: il fatto che la raccolta occasionale di fondi consisteva in una "festa del fungo porcino" che durava un intero mese, nonché la presenza delle mogli dei numerosi soci dell'associazione, le quali, in autentico regime volontaristico, viaggiavano fra i tavoli portando vassoi di porcini fritti e caraffe di birra senza essere neppure socie né almeno inquadrate con l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro.
La cultura della piccola economia non è distante da quella di dimensioni maggiori: occorre rispettare le regole vigenti nell'ordinamento del quale abbiamo volontariamente deciso di far parte, altrimenti si finisce, ad esempio, per indossare la giacca sportiva dilettantistica per fruire delle agevolazioni fiscali per poi toglierla quando si parla di obbligo di certificato medico per giustificare il fatto che molti frequentatori dell'impianto sportivo non lo hanno.
Intanto, l'Ispettorato Nazionale del Lavoro ha concluso la propria circolare prevedendo almeno 160mila accessi ispettivi nel 2018...
Firenze 26/03/2018
Simone Boschi
Commercialista e Revisore legale dei Conti, Firenze