Considerazioni dopo l'intervista con Andrea Mancino (Presidente commissione fiscale CONI)

Dall’intervista che mi ha concesso mercoledì 11 u.s. il Dott. Andrea Mancino, Presidente della Commissione Fiscale del CONI e che potete ascoltare integralmente qui, sono emersi importanti elementi in merito a problematiche di grande attualità e di interesse per il comparto sportivo dilettantistico e sulle quali conviene fare alcune riflessioni. Gli argomenti del colloquio telefonico sono stati:
- Nuovo Registro CONI;
- Società Sportiva Dilettantistica Lucrativa;
- Collaborazioni Coordinate e Continuative
NUOVO REGISTRO CONI
Dopo una prima fase “traumatica”, dovuta all’impatto con la “novità”, il flusso degli invii telematici si mantiene ora costante e, a detta del Dott. Mancino, si prevede che entro la fine di giugno almeno il 70% dei dati saranno allineati con le procedure; peraltro è prevista a breve una riunione con i Segretari generali delle FSN/EPS/DSA per monitorare lo status quo ed esaminare i problemi maggiori riscontrati al fine di risolverli.
Il Dott. Mancino ha voluto sottolineare il fatto che lo sforzo richiesto alle Associazioni e Società Sportive è finalizzato ad attestare (elemento di prova, strumento di garanzia li ha chiamati) che il sodalizio iscritto al Registro pratichi veramente la disciplina o le discipline sportive per le quali si è iscritto cercando così di evitare le conseguenze, spesso rovinose, e derivanti dalle verifiche fiscali cui le Associazioni sono ancora ad oggi sottoposte.
Si tratta cioè di rafforzare la norma (art. 7 D.L. n. 136/2004), che già riconosce il ruolo del CONI quale unico soggetto certificatore dell’attività svolta dalle società e associazioni sportive dilettantistiche, al fine di consentire alle stesse di usufruire delle vigenti agevolazioni fiscali, nonché quale garante dell’unicità dell’ordinamento sportivo nazionale.
Qualcuno ha visto poi, nell’obbligo di indicare i codici fiscali degli iscritti (Associati, Tesserati) alle singole associazioni/società sportive una sorta di lente di ingrandimento al fine di ricavare un elemento di redditualità dell’iscritto; considero a dire il vero fantascientifica questa ipotesi, trattandosi per la stragrande maggioranza di quote associative di modesta entità salvo i casi di sport considerati “da ricchi” (golf, equitazione, vela, ecc.), ma anche in queste ultime ipotesi andrà, se proprio, considerato caso per caso.
SOCIETA’ SPORTIVA DILETTANTISTICA LUCRATIVA
Come noto, le agevolazioni riconosciute alle società che adottano questa nuova veste giuridica, (al riguardo vedi approfondimento) sono condizionate alla loro iscrizione nell’apposita sezione del Registro CONI che sarà loro dedicato, ma che, ad oggi, non è stata ancora istituita. D’altro canto le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva, per accoglierle nel loro ambito, dovranno adeguare i propri Statuti che, ad oggi, ovviamente, non prevedono l’affiliazione di enti lucrativi.
Vi è, a mio parere, da fare un’altra considerazione; i frequentatori delle Società Lucrative (pensate ad una palestra) pagheranno un corrispettivo “commerciale” sia pure con IVA ridotta al 10%; a questo punto, ci si chiede: fermo restando l’obbligo per il sodalizio sportivo di iscriversi nella istituenda sezione speciale del Registro CONI, i (chiamiamoli ora così) Clienti, dovranno avere la tessera della Federazione, Ente di Promozione, Disciplina Sportiva cui è affiliata la “palestra” che andranno a frequentare?
Sono del tutto evidenti le conseguenze che ne derivano; la prima domanda che viene in mente è “rinunceranno le suddette organizzazioni ad una cospicua fetta di ricavi rappresentati dai tesseramenti?” O verrà “imposto” alle Società Lucrative, comunque il tesseramento di ogni frequentatore, tesseramento che, a questo punto, potremmo chiamare “lucrativo”!?
Nell’intervista il Presidente della Commissione afferma che già nella riunione del Consiglio CONI del 9 aprile si erano individuati alcuni principi informatori cui dovranno attenersi le Federazioni ed altri ancora ne verranno indicati nella prossima prevista per il 4 maggio.
E’ pacifico che ulteriori rinvii penalizzerebbero non poco il nuovo soggetto posto che le agevolazioni, in teoria fruibili dal 1° gennaio (commi 355, 358 e 360 dell’unico articolo di cui è composta la Legge di bilancio 2018) sono condizionate, per quanto detto, all’iscrizione all’istituenda sezione speciale del Registro CONI.
COLLABORAZIONI COORDINATE E CONTINUATIVE
Questo è l’argomento che più interessava ed interessa le Associazioni e Società Sportive, considerato anche il moltiplicarsi negli ultimi tempi di molti nuovi sedicenti Esperti del settore sportivo dilettantistico (e non solo) pronti a gettarsi a capofitto nel business dei fogli paga; ergo, Libro Unico sì?, Libro Unico no? Buste paga per tutti gli Sportivi Dilettanti? Andiamo con ordine.
Una delle due maggiori novità (la prima l’abbiamo vista ed era la Società Sportiva Lucrativa) contenute nel pacchetto Lotti (cosiddetto pacchetto sport) riguarda l’inquadramento delle prestazioni sportive, a favore delle Società lucrative e non, quali collaborazioni coordinate e continuative per individuare le quali servono apposite delibere del CONI, attese dapprima dalla riunione del 12 marzo, poi rimandate all’ultima del 9 aprile, ma che, come abbiamo sentito dalla voce del Dott. Mancino, sono ancora di là da venire.
Si conferma quindi che dovrà essere il CONI, ai sensi di quanto previsto dal citato comma 358, ad individuare le mansioni degli sportivi dilettanti che andranno inquadrate come collaborazioni coordinate e continuative; tale principio varrà sia per le società lucrative, che godranno perciò del diritto alla contribuzione ridotta del 50% per 5 anni ovvero fino al 2022, così come per le non lucrative per le quali continuerà a trovare applicazione l’art. 67, comma 1, lettera m, del TUIR, e quindi esonerate da qualsivoglia contribuzione previdenziale.
Sin qui la teoria; poi c’è la parte pratica, ovvero l’applicazione alle singole fattispecie del vasto campionario costituito dalle figure degli Sportivi Dilettanti e la difficoltà a circoscrivere il perimetro di quali siano “dentro” e di quali “fuori”; posto che la norma, come detto, ha visto la luce a gennaio, possiamo ben comprendere che l’iter non sia stato né sarà agevole, sebbene, come ci riferisce Mancino, sia stata istituita un’apposita Commissione che ha già elaborato una prima bozza di “mansionario”.
Ciò che va vista con favore è la circostanza che l’Ispettorato del Lavoro, resosi conto della difficoltà incontrate dal CONI, ed il poco tempo trascorso dall’entrata in vigore della norma, fintantoché il massimo organismo sportivo non individuerà le prestazioni sportive dilettantistiche quali collaborazioni coordinate e continuative, si asterrà dall' effettuare verifiche in questo senso.
Andranno quindi individuate soglie di esenzione e di esonero degli adempimenti (riteniamo soprattutto per le Associazioni di modeste dimensioni) e solo allora, ripetiamo, solo allora, allorché le prestazioni verranno “tipizzate”, bisognerà pensare ai cedolini paga.
Peraltro, ha concluso nel suo intervento Andrea Mancino, tali “tipizzazioni” andranno a favore delle Associazioni e Società Sportive in quanto le relative figure individuate dalle delibere CONI verranno per così “blindate” evitando che vengano ricondotte al lavoro autonomo ovvero subordinato, con conseguenze facilmente immaginabili.
In conclusione: la strada ancora da compiere è lunga e piena di difficoltà, ma almeno se ne intravede il tracciato.
Verona, 13 aprile 2018
Leonardo Ambrosi