Il BAR nel circolo culturale è sempre attività commerciale?
Ordinanza della Cassazione n° 15865 del 15/06/2018
La recentissima Ordinanza pronunciata 7 giorni fa dai Giudici della Corte di Cassazione, interviene sul tema della perdita di qualifica di ente (e attività) non commerciale.
Riportiamo di seguito un passo importante del provvedimento:
Pertanto, l'attività di gestione di un bar ristoro da parte di un ente non lucrativo può essere qualificata come "non commerciale" , ai fini dell'imposta sul valore aggiunto (art. 4 d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633) e di quella sui redditi (art. 111 d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917), nel testo vigente "ratione temporis" oggi trasfuso nell'art. 148 dello stesso d.P.R., soltanto se la suddetta attività sia strumentale rispetto ai fini istituzionali dell'ente e sia svolta solo in favore degli associati. A tale riguardo, questa Corte ha chiarito, con indirizzo condiviso, che: "L'attività di bar con somministrazione di bevande verso pagamento di corrispettivi specifici, svolta da un circolo culturale, anche se effettuata ai propri associati, non rientra in alcun modo tra le finalità istituzionali del circolo e deve, dunque, ritenersi ai fini del trattamento tributario, attività di natura commerciale" (Cass. n. 15191 del 2006; Cass. n. 21406 del 2012).
Nel caso di specie, l'ordinanza cassa il provvedimento antecedente della CTR che aveva dato ragione al Circolo Culturale e rinvia per il riesame al CTR delle Marche in diversa composizione.
L'Ordinanza integrale è stata pubblicata sul sito ufficiale Italgiure della Corte di Cassazione, ecco il link QUI