L’impatto sociale degli Enti del Terzo Settore
Le Linee Guida in merito al bilancio e alla valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli Enti
Come già ampiamente noto, con la legge n. 106 del 6 giugno 2016 titolata "Delega al Governo per la riforma del terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale", il governo ha introdotto importanti riforme, che andranno a rivoluzionare radicalmente il Terzo Settore.
Giova ricordare che per Terzo Settore si intende quella terza dimensione (né pubblica e né privata), in cui soggetti privati svolgono una funzione pubblica di interesse generale, superando così la divisione tradizionale tra pubblico e privato.
Una delle novità introdotte con la legge delega, prevede che gli ETS (Enti del Terzo Settore), dovranno rendere pubblico il proprio bilancio sociale, il quale verrà redatto secondo delle Linee guida che dovranno essere rese note tramite decreto.
La redazione e la pubblicazione del proprio bilancio sociale, sarà utile per andare a soddisfare l’esigenza, manifestata dalla riforma, di poter attribuire una valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte da ciascun ETS.
Come ogni qualvolta ci si trova di fronte ad una valutazione, è necessario chiedersi cosa si intende per valutazione dell’impatto sociale e soprattutto come sia possibile misurarlo.
Il Servizio Studi del Senato, con l’atto di Governo 417 sul Codice del Terzo Settore, risponde a tali quesiti definendo la valutazione dell’impatto sociale, come “la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all'obiettivo individuato”.
Inoltre con l’art. 4 comma o), la legge 106, consente anche di intuire l’indirizzo delle suddette Linee guida, grazie all’intenzione dichiarata di voler “valorizzare il ruolo degli enti nella fase di programmazione, a livello territoriale, relativa anche al sistema integrato di interventi e servizi socio-assistenziali nonché di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale e individuare criteri e modalità per l'affidamento agli enti dei servizi d'interesse generale, improntati al rispetto di standard di qualità e impatto sociale del servizio, obiettività, trasparenza e semplificazione e nel rispetto della disciplina europea e nazionale in materia di affidamento dei servizi di interesse generale, nonché criteri e modalità per la verifica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni”.
Per quanto riguarda la valutazione qualitativa, risulta ovviamente di difficile misurazione, proprio per questo la Commissione Europea ha delegato al sottogruppo GECES (Commission Expert Group on the Social Business Initiative), di sviluppare delle metodologie per misurare l’impatto sociale delle attività delle imprese sociali.
Il compito predominante delle Linee guida sarà quello di uniformare, e quindi rendere applicabili da parte di tutti gli ETS, la moltitudine di strumenti e metodologie esistenti per la misurazione dell’impatto sociale. Infatti molti di tali metodi, sono spesso pensati su misura per ogni ente in base agli aspetti che si vogliono misurare, all’attività svolta e ovviamente agli obiettivi perseguiti.
Per orientarsi maggiormente nel processo valutativo, può essere interessante lo studio commissionato dal Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali e dall’ISFOL del marzo 2016, dal titolo “La misurazione dell'impatto sociale delle associazioni di promozione sociale e, più in generale, degli enti che operano nel cosiddetto terzo settore” (che potete trovare QUI)
Anche se lo studio si pone l’obiettivo di costruire un modello di valutazione sociale applicabile dalle APS (Associazioni di promozione sociale), l’applicazione di tale modello può essere esteso all’intero Terzo Settore. Lo studio, sinteticamente contiene:
- L’impatto sociale: gli effetti attesi o inattesi e le ricadute nel lungo periodo, di progetti, servizi e azioni svolte dalle APS;
- Il bilancio sociale: con le modalità di esposizione dei risultati nei confronti degli stakeholder;
- Il valore sociale aggiunto: e quindi l’insieme di tutte quelle particolarità che caratterizzano le APS e che permettono di generare nel territorio quelle esternalità positive, come coesione sociale e sviluppo economico-relazionale.
Dott. Giulio Bellamoli
Studio Leonardo Ambrosi & Partners